3.06.2014

CONTENUTI RELAZIONE GEOLOGICA

Rispolvero da blog precedente in modo da avere sempre attenzione..

STRALCIO DA LINEE GUIDA
PER LA REDAZIONE DELLA RELAZIONE GEOLOGICA (Consiglio Naz. Geologi 2010)

Premessa ed obiettivi del lavoro
Nella premessa verrà indicato il Committente e l’esatta denominazione del progetto/piano; inoltre verrà descritta la natura dell’incarico conferito, la fase progettuale in esame (Studio di fattibilità,Progetto preliminare, definitivo, esecutivo), le caratteristiche essenziali dell’intervento di progetto e/o del piano.
Si procederà, poi, alla descrizione della documentazione fornita dal Committente e dal Progettista, indicando il tipo di documento, la relativa codifica, una rapida descrizione del contenuto, l’estensore,la data e il numero di revisione. Dopo aver definito gli obiettivi dell’incarico affidato dal Committente si passerà alla descrizione schematica delle fasi di lavoro, oltre ad indicare il/i nominativo/i di eventuali collaboratori e la loro funzione nell’ambito dello studio specialistico, ferma restando la responsabilità intellettuale
e civile del firmatario degli elaborati.
Inquadramento geografico
La localizzazione geografica dell’area di studio dovrà consentire
l’individuazione del settore di territorio oggetto di approfondimenti con riferimento ai limiti amministrativi di riferimento ed a quelli naturali.
La localizzazione dovrà essere realizzata su cartografia ufficiale IGMI di piccola scala (1:50.000 o inferiore) mentre l’ubicazione dovrà essere prodotta su base topografica in scala di dettaglio (1:5.000 o superiore) con esatta indicazione del Foglio IGMI, della Tavoletta IGMI, della Sezione CTR e/o dell’Elemento CTR. Sulla carta di ubicazione dell’intervento dovrà essere anche rappresentata la sagoma dell’opera (o le ipotesi di zonazione previste dal piano) con indicazione delle coordinate geografiche espresse nel sistema di riferimento WGS84 (Datum WGS84) dei vertici della sagoma e/o del baricentro dell’opera. Si raccomanda di descrivere sinteticamente in
questo capitolo il quadro dei vincoli ambientali e paesistici
esistenti.
Inquadramento geologico regionale
In questa parte si descrivono i lineamenti geologici dell’area di
studio inquadrandola in un più ampio scenario di riferimento. Vengono descritti i lineamenti geologici regionali e quelli di una vasta area all’interno della quale si cala l’intervento, facendo riferimento ai dati bibliografici disponibili e al modello geologico regionale più accreditato (con indicazione del riferimento bibliografico). In questa fase si descriveranno gli elementi lito- e crono-stratigrafici nonché l’assetto strutturale, dovendosi individuare le principali unità geologiche, i loro rapporti stratigrafici e tettonici
evidenziandone la storia geologica (configurazione del “modello
geologico locale ”). Il modello geologico locale descriverà le
relazioni tra le differenti unità litostratigrafiche ed il carattere dei rapporti che le legano (stratigrafico, tettonico, ecc.). Il dettaglio dello studio sarà commisurato all’estensionedell’opera/piano ed alla interazione che questa potrà determinare con il modello geologico locale. In allegato al documento (relazione)verrà riportato un estratto della cartografia geologica ufficiale più recente e di studi/ricerche universitarie o di elaborati specialistici contenuti in studi a corredo di strumenti di pianificazione a scala di bacino o locale. Il professionista fornirà, inoltre, uno stralcio geologico originale da lui elaborato, rappresentato in scala commisurata all’importanza dell’opera,motivando eventuali sostanziali difformità dagli strumenti cartografici riportati in allegato. Ai fini della costruzione del modello geologico la cartografia deve essere sempre corredata da un numero di sezioni geologiche in scala e numero adeguati ad una corretta rappresentazione delle condizioni della zona studiata. Carte
e sezioni debbono essere congruenti stratigraficamente oltre che
geometricamente.
Caratterizzazione del volume geologico significativo
In relazione con l’importanza e con l’estensione dell’opera/piano di progetto, il professionista definirà l’areale e la relativa porzione di sottosuolo da investigare mediante indagini geognostiche dirette e/o indirette ed analisi di pericolosità, secondo i criteri che saranno di seguito esposti. Il “sito geologico ”, ancorché influenzato dall’impronta dell’opera di progetto, non coincide generalmente con l’area di interesse progettuale e la sua estensione è sempre esuberante rispetto all’ambito di interesse.
Il volume geologico significativo comprende il sito geologico e il
relativo sottosuolo, in cui è possibile cogliere interrelazioni di carattere dinamico di origine geologica o antropica influenzanti l’opera. Si tratta di una porzione, più o meno estesa, di territorio con il suo sottosuolo per profondità, generalmente inferiori a 100 m,ma talora anche maggiori; il volume geologico è, pertanto, molto più esteso rispetto a quello geotecnico, unicamente determinato dalle caratteristiche dimensionali dell’opera.
La ricostruzione schematica del modello geologico comporta
sostanzialmente l’identificazione di un volume roccioso nel cui
ambito è definibile una successione litostratigrafica in funzione
della tipologia e del numero di litotipi, delle litofacies, dei
caratteri mineralogici e tessiturali, dei rapporti stratigrafici tra gli stessi, delle giaciture delle strutture, dell’assenza o presenza di discontinuità strutturali, dell’assenza o presenza di fluidi nel suo ambito, dei parametri che caratterizzano l’andamento e la circolazione di tali fluidi.
Operativamente, si dovrà valutare l’estensione di territorio entro il quale possano determinarsi fenomeni geodinamici, idrogeologici e
antropici in grado di provocare o subire azioni dirette o indirette sulle/dalle opere o su/da parti delle stesse.
Le azioni sull’opera e le conseguenze che l’opera a sua volta induce sull’ambiente, in analogia ai criteri generali dell’Eurocodice 7,
possono ricondursi a:
pericolosità sismica e relativi effetti cosismici;
pericolosità vulcanica (propagazione di colate, nubi ardenti,
caduta di lapilli e polveri, ecc.);
movimenti franosi, anche quiescenti o relitti, eventualmente
riattivabili per le modifiche indotte dall’intervento di progetto;
impatti e seppellimenti in zone di espansione di colate rapide;
impatti e seppellimenti in zone soggette a caduta o rotolamento
massi;
impatti e seppellimenti in zone di espansione di valanghe;
movimenti lenti riconducibili a fenomeni di creep, di degradazione
superficiale, di alterazione dei terreni;
azioni indotte da tensioni nel sottosuolo di natura geostatica o tettonica o detensionamenti riconducibili a scavi estesi, presenza di elevate tensioni residue negli ammassi rocciosi associate a fenomeni di plasticizzazione;
deformazioni legate ad ammassi rocciosi con disomogeneità
tessiturali verticali e laterali;
cedimenti o collassi legati alla presenza di ammassi rocciosi
solubili, di cavità carsiche con bassa copertura in formazioni
calcaree o gessose;
effetti legati ad attività estrattive in superficie o in
sotterraneo, a cavità nel sottosuolo, a fonti di vibrazione;
subsidenze riconducibili a fenomeni naturali o antropici;
pressioni di tipo interstiziale riconducibili a falde libere o
confinate, forze di filtrazione, abbassamento o innalzamento del
livello di falda;
cedimenti legati a zone di ristagno, torbose e paludose, nonché
alla presenza di terreni ad alta compressibilità, espansivi, ecc.;
azioni erosive di acque superficiali o sotterranee;
spinte di tipo idrostatico di acque sotterranee o superficiali in quiete o in movimento;
condizioni idrogeologiche che comportino rischi di sifonamento,
galleggiamento o inondazione repentina dell’opera;
infiltrazioni di acque superficiali nel sottosuolo, con possibile
conseguente rischio di veicolazione di sostanze inquinanti;
interventi che modifichino l’idrogeologia in zone di rispetto di captazioni ad uso idropotabile e/o in zone ad elevata vulnerabilità degli acquiferi sfruttati ad uso idropotabile;
interventi in zone con presenza di centri di pericolo ambientale discariche, siti da bonificare, industrie a rischio, infrastrutture,cisterne, serbatoi, stoccaggio rifiuti, ecc.).
Litostratigrafia
Nell’ambito del volume geologico significativo il professionista
procederà ad una dettagliata descrizione dei terreni e delle rocce basata sugli esiti del rilevamento di campagna.
Si procederà, dunque, alla definizione delle diverse unità s.l.
individuabili nell’area, cartografandole a scala commisurata alla
portata areale dell’intervento. Inoltre si provvederà ad un’accurata descrizione ed alla mappatura dei depositi quaternari presenti nell’area di studio.
Per le opere e i lavori a rete si potranno evidenziare le
caratteristiche litostratigrafiche del suolo e del sottosuolo
mediante profili geologici longitudinali e trasversali in numero
sufficiente per illustrare gli aspetti geologici salienti dell’area.
Le correlazioni e le estrapolazioni delle unità litostratigrafiche saranno operate mediante modelli sedimentari noti in letteratura.
Assetto geologico-strutturale
In questo capitolo vengono descritti i rapporti tra corpi geologici generati dall’attività tettonica (faglie, pieghe e ricoprimenti)nonché le relazioni geometriche e di estensione fra gli stessi, quali le variazioni verticali e laterali evidenziate dall’analisi stratigrafica e dalla distribuzione delle facies.
In particolare si dovranno evidenziare:
le condizioni giaciturali;
la presenza di intercalazioni fra strati tenaci e deboli;
la presenza di faglie ed una valutazione dello stato di attività delle stesse;
la distribuzione spaziale dei giunti e delle fratture anche con
l’ausilio di stereogrammi polari;
la distribuzione delle superfici di debolezza meccanica e delle
zone cataclastiche;
la distribuzione delle tensioni nel sottosuolo e nelle
discontinuità.
Geomorfologia
Sulla base di un’approfondita ricerca bibliografica, seguita da
analisi foto interpretative e da un attento rilievo geomorfologico di campagna, il professionista descriverà i processi geomorfologici rilevanti che hanno caratterizzato il settore di territorio in cui ricade l’area di interesse e quelli che, a suo avviso, possono evolvere in tempi confrontabili con quelli di vita nominale dell’opera.
Nell’analisi il professionista evidenzierà anche tutti gli assetti morfologici e morfostrutturali che possono preludere a fenomenologie cosismiche riferendosi ai livelli di affinamento indicati nelle allegate procedure di analisi di pericolosità sismica.
Particolare attenzione dovrà essere dedicata all’analisi dei fattori di pericolosità geomorfologica e alla sua stima (bassa, moderata,elevata, estremamente elevata). La pericolosità geomorfologica sarà definita per tipologia di processo (frana, esondazione, erosione costiera, ecc.).
Al fine di verificare la congruenza delle proprie valutazioni, il
professionista descriverà i contenuti degli strumenti normativi a
scala di bacino (PAI) adottati (o in corso di adozione), l’inventario
nazionale delle frane I.F.F.I., riportando stralci cartografici
dell’area di interesse. L’eventuale presenza di areali ad elevata
pericolosità o di scenari di rischio già conclamati nell’area di
interesse o in prossimità di essa, determineranno un approfondimento specifico da parte del professionista che interagirà direttamente, in nome e per conto del Committente, con la Segreteria Tecnico Operativa dell’Autorità di Bacino competente per territorio.
Sulla scorta delle stime di pericolosità prodotte si individuano gli elementi di criticità geomorfologia meritevoli di azioni progettuali (atte a ridurre il livello di pericolosità specifico o a ridurre il livello di vulnerabilità dell’opera) finalizzate alla riduzione del rischio.
Climatologia, Idrologia, Idrogeologia
I contenuti di questo capitolo della relazione geologica si
svilupperanno con l’obiettivo di definire le condizioni climatiche del sito ed in particolare il regime pluviometrico medio, la frequenza delle precipitazioni intense, di diversa durata, con tempi di ritorno di 10, 50, 100 e 200 anni sulla base delle serie di dati reperibili. Si dovranno inoltre indicare le modalità di deflusso, con particolare riguardo al reticolo idrografico superficiale ed al suo grado di gerarchizzazione. Si dovrà indicare il corpo idrico recettore, il settore di bacino impegnato dall’opera a progetto e le eventuali interferenze e modificazioni indotte nel naturale deflusso delle acque. Si fornirà una valutazione del bilancio idrologico,
dettagliato e approfondito in relazione agli obiettivi del lavoro.
Dovranno quindi descriversi le condizioni di permeabilità delle
formazioni geologiche, nell’ambito del volume geologico
significativo, e in particolare quelle che possono contenere corpi idrici sotterranei quali:
mezzi permeabili per porosità primaria;
mezzi permeabili per porosità secondaria (fessurazione);
mezzi permeabili per porosità secondaria (carsismo o dissoluzione);
mezzi permeabili per porosità mista.
Dovrà essere fornita la descrizione del tipo degli acquiferi, degli acquicludi e degli acquitardi.
I corpi idrici sotterranei potranno essere classificati come corpi idrici suddivisi in:
1. falde freatiche (o libere) superficiali (soggiacenza media < 10 m);
2. falde freatiche(o libere) profonde (soggiacenza media > 10 m);
3. falde confinate(o in pressione) (con specificazione dell’eventuale
grado di artesianesimo);
4. falde semiconfinate;
5. falde minori (sospese, temporanee, etc.);
6. falde multitipofalde sovrapposte.
Degli acquiferi sarà fornita un’accurata descrizione litologica e
dello stato fessurativo allo scopo, se necessario, di definire unità idrogeologiche omogenee.
Il quadro idrogeologico dovrà essere completato dalla misura e dalla elaborazione dei livelli piezometrici, da una stima delle pressioni interstiziali, in relazione con gli interventi di progetto, nonché da una definizione del grado di protezione degli acquiferi e della loro vulnerabilità in relazione agli interventi previsti dal progetto.
Qualora il progetto interferisca in maniera rilevante con le acque sotterranee si dovranno eseguire specifiche indagini e prove idrogeologiche, che saranno opportunamente commentate. Gli esiti delle indagini e delle prove saranno corredati da cartografia idrogeologica, con indicazione delle linee equipotenziali (o isopiezometriche), realizzata ad una scala utile a descrivere il tematismo in relazione con le caratteristiche dell’opera/piano, e da modelli di flusso e di trasporto della eventuale propagazione di contaminazioni.
A questo scopo dovranno essere definite le condizioni al contorno che definiscono il corpo idrico sotterraneo (corpi idrici superficiali,condizioni di flusso nullo, etc.).
Nella discussione finale delle problematiche rilevate si dovrà
valutare l’eventuale impatto sulla qualità dei corpi idrici
sotterranei connessa a:
dispersione in superficie di liquami chiarificati (in assenza di reti fognarie) o non chiarificati;
scambio termico in sistemi geotermici a bassa entalpia;
immissione in falda di acque a temperatura diversa da quella
originale, compresa la reiniezione di fluidi
provenienti da sistemi geotermici a media e alta temperatura;
ricarica delle falde con acque di depurazione o con altri sistemi;
prelievi in acquiferi costieri, con definizione dell’andamento del cuneo salino;
ogni altra perturbazione del sistema acquifero interessato dalle opere di progetto.

Approfondimenti, programmazione delle indagini e loro esito
Rilievi di campo
In questo paragrafo saranno illustrati gli esiti dei rilievi di campo finalizzati alla ricostruzione del volume geologico significativo. Si descriveranno le stazioni di affioramento e si documenteranno fotograficamente le evidenze di campo utili ai fini della configurazione dello scenario locale.
Analisi fotointerpretativa
In questo paragrafo saranno illustrati gli esiti delle analisi
fotointerpretative, anche multi-temporali, condotte nell’ambito dello studio specialistico. Saranno riportati, inoltre, i data strip delle immagini utilizzate, il titolare delle immagini e l’epoca di volo.
Campagna di indagini geognostiche
In questo paragrafo verranno illustrati la programmazione, la
sequenza temporale, la/le Ditta/Ditte esecutrice/i ed eventuali
variazioni intervenute nel corso dell’esecuzione delle stesse.
Inoltre saranno descritti gli esiti delle indagini in relazione con il modello geologico configurato e con le ipotesi d’intervento.
Le modalità esecutive delle indagini e delle prove, saranno contenute in un apposito elaborato, allegato alla relazione geologica, in analogia con il Ground Investigation Report dell’EC-7. Il professionista incaricato della direzione dei lavori di indagine geognostica, validerà la conformità del prodotto reso con il Progetto di campagna indagini da lui redatto, emettendo certificato di regolare esecuzione con funzioni anche amministrative.
La campagna di indagini geognostiche realizzata nell’ambito dello
studio specialistico geologico può avere finalità differenti da
quella progettata nell’ambito della progettazione geotecnica in
quanto temporalmente antecedente. Al fine di ridurre i costi
d’indagine e rendere sinergica l’azione dei professionisti impegnati nel progetto la campagna di indagini potrà essere unica e condivisa dall’/dagli estensore/i degli studi specialistici geologici e geotecnici.
Terre e rocce da scavo
Gli aspetti connessi all’analisi geologica dei materiali di scavo
sono riportati nell’allegato specifico.
Analisi delle pericolosità geologiche
Il professionista descriverà le pericolosità di base del sito,
facendo riferimento alla nuova classificazione sismica del territorio nazionale, recepita a livello locale dalle amministrazioni regionali,nonché alle carte di pericolosità sismica e agli studi di M.S.eseguiti in ambito regionale o comunale, agli strumenti di pianificazione di bacino disponibili (P.A.I. o Piani stralcio tematici), ai Piani Urbanistici corredati di studi geologici.
L’analisi delle pericolosità sarà effettuata sulla base di apposite procedure riassunte nello specifico allegato e così suddivise:
Pericolosità sismica
Microzonazione sismica
Pericolosità per crollo e rotolamento massi
Pericolosità per colate
Pericolosità su conoide
Pericolosità per fenomeni di scivolamento
Pericolosità per fenomeni valanghivi
Pericolosità vulcanica
Le linee guida NTC 08 elaborate dal Gruppo interregionale degli
Ordini regionali sono riportate in allegato alle Linee Guida proposte
dal C.N.G.
Elementi di criticità
Nel capitolo in questione saranno descritti gli elementi di criticità emersi nel corso dello studio distinguendoli per tipologia (criticità litologica, geomorfologica, idrogeologica, ambientale, antropica, ecc.).
Conseguentemente verranno descritte tutte le tecniche di mitigazione che potranno avere carattere cautelativo o prescrittivo in relazione con la loro importanza.
In accordo con il Progettista si definiranno, infine, eventuali
successive fasi di approfondimento (anche in corso d’opera) nonché la tipologia e la durata nel tempo delle campagne di monitoraggio connesse con la costruzione e l’esercizio dell’opera.
Attendibilità del modello geologico e fattibilità dell’intervento
In relazione con la qualità e la quantità delle informazioni
reperite, delle indagini eseguite e con la complessità geologico strutturale dell’area di studio, il Professionista provvederà a qualificare il modello geologico di riferimento attraverso una scala di attendibilità a cinque valori (1=scarso; 2=mediocre;3=sufficiente; 4=buono; 5=ottimo). Appare opportuno evidenziare che l’affidabilità di un modello geologico è un parametro indicativo di quanto lo stesso descriva una determinata realtà naturale e non,evidentemente, il contrario. La descrizione grafica del modello deve spingersi ad una sua rappresentazione nello spazio attraverso carte geologiche corredate di un numero adeguato di sezioni oppure, ove siano disponibili molte informazioni, da modelli tridimensionali. È opportuno ribadire che carte e sezioni devono essere congruenti sotto il profilo geometrico e stratimetrico.
Nel capitolo conclusivo verrà espresso anche un giudizio sulla
compatibilità dell’opera/piano con il contesto naturale ospitante.
Vengono richiamati, pertanto, gli elementi di pericolosità naturale presenti nell’area di progetto ed enumerati gli elementi di criticità distinti per tipologia (criticità litologica, geomorfologica,idrogeologica, ambientale, antropica, ecc.).
La sintesi dovrà contenere indicazioni circa il livello di
vulnerabilità ammissibile per l’opera a seconda della classe d’uso e in relazione con il contesto naturale descritto e con la vita nominale dell’opera stessa.
Conseguentemente verranno descritte tutte le tecniche di mitigazione che potranno avere carattere cautelativo o prescrittivo in relazione
con la loro importanza.
In accordo con il Progettista si dovranno definire, infine, eventuali successive fasi di approfondimento (anche in corso d’opera) nonché la tipologia e la durata nel tempo delle campagne di monitoraggio connesse con la costruzione e l’esercizio dell’opera.
Riferimenti bibliografici
Dovranno indicarsi con rigore tutte le fonti di dati utilizzati per la redazione della relazione, comprensive del nome dell’Autore e dell’anno di pubblicazione/realizzazione. Inoltre dovranno essere indicate le leggi, gli strumenti pianificatori, la cartografia e quant’altro consultato in fase di redazione degli elaborati.
Allegati cartografici
Le tavole di analisi e sintesi dovranno essere rappresentate
utilizzando, ove possibile, le legende e le simbologie proposte dal Gruppo Nazionale Geografia Fisica e Geomorfologia (1994) - riportati in appendice.
Approccio metodologico analitico
In funzione della tipologia di prestazione richiesta al
Professionista è possibile procedere secondo schemi predefiniti che consentono la produzione di contenuti minimi.
Gli schemi proposti dal C.N.G. sono relativi a tipologie di opere e presentano le specificità richieste dalle norme per quella tipologia di intervento.
Si evidenzia che l’applicazione delle procedure semplificate connesse alla realizzazione di opere “a bassa incidenza sotto il criterio puramente dimensionale” deve essere preventivamente verificata con la pericolosità geologica di base che, laddove non trascurabile,presuppone l’esecuzione di studi specialistici di analisi di pericolosità e rischio come descritto nell’approccio generale.
Le tipologie di lavoro vengono come di seguito elencati. I relativi standard di riferimento sono disponibili in allegato nelle Linee Guida proposte dal C.N.G.

1 - Opere di sistemazione e completamento di fabbricati esistenti: adeguamento igienicofunzionale, sopraelevazione, strutture di recinzione di aree di pertinenza, ecc.
2 - Costruzione di un edificio di modesto impegno costruttivo (minime pericolosità naturali)
3 - Costruzione di un edificio di notevole impegno costruttivo (massime pericolosità naturali)
4 - Progettazione stradale e ferroviaria
5 - Progettazione di reti di distribuzione (fognarie, idriche, metanodotti, ecc.)
6 - Interventi di stabilizzazione di aree in frana e/o di consolidamento di versanti
7 - Indagini geologiche preordinate alla redazione di uno strumento urbanistico
8 - Studio geologico nell’ambito di un piano attuativo
9 - Studio geologico riguardante la localizzazione e la realizzazione di una discarica
10 - Studio geologico riguardante la caratterizzazione di un sito inquinato
11 - Studio idrogeologico per il prelievo e l’utilizzo di acque sotterranee
12 - Studio idrogeologico per la delimitazione delle Aree di Salvaguardia di Risorse Idriche ad Uso Potabile
13 - Studio geologico nell’ambito del progetto per attività estrattiva o per l’ampliamento di un sito già adibito ad attività estrattiva
14 - Studio componente suolo-sottosuolo e ambiente idrico in procedure SIA, VIA, VAS e Valutazioni di Incidenza
15 - Studio idrologico ed idrogeologico per realizzazione laghetti
collinari
16 - Studi in area urbana
17 - Individuazione cavità sotterranee di origine antropica 
18 - Studi geologici nell’ambito della progettazione di aree cimiteriali
19 - Studi geologici per concessioni di derivazione di acqua pubblica (sotterranea)
20 - Studi geologici per concessioni di derivazione di acqua pubblica (superficiale)
21 - Studi idrogeologici per la realizzazione di impianti di smaltimento reflui domestici


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