3.26.2014
QUALCHE COSA BUONA DALLA POLITICA
Buone notizie per i Comuni d'Italia: la prevenzione del dissesto idrogeologico potrà uscire dal patto di stabilità, grazie all'intervento del Movimento 5 Stelle nella mozione sulle alluvioni in Veneto ed Emilia.
Il governo ha accettato il punto di vista di buonsenso, e i Comuni avranno un'arma in più contro il dissesto: infatti nel 2014 e nel 2015 saranno esclusi dal patto di stabilità gli interventi per emergenza, ripristino e la prevenzione.
Non solo. Arriva anche una norma per mettere fine alla sovrapposizione di competenze tra enti, gruppi di lavoro, istituzioni che hanno voce in capitolo nelle emergenze.
E poi arriva la scure anche sui piani di emergenza comunali, spesso inefficaci. Il governo li revisionerà ed esaminerà uno ad uno.
I portavoce M5S in Commissione Ambiente hanno chiesto di prevedere che ogni anno i soldi stanziati per il dissesto siano ripartiti tra emergenze e opere di prevenzione, così da favorire un passaggio graduale dalla continua rincorsa delle emergenze a una pianificazione della prevenzione tramite finanziamenti certi. Anche su questo il governo si è impegnato...
Ispirato al testo pubblicato in
PREVENZIONE - TUTTO IL MONDO E' PAESE
Ecco gli effetti del mancato recepimento di un allarme dei geologi americani che nel 1999 avevano riconosciuto una potenziale situazione di frana pericolosa per degli insediamenti... risultato al 2014: morti, dispersi, danni.
Non commentabile
3.11.2014
SICUREZZA NELLE SCUOLE
Le Province del Friuli Venezia
Giulia hanno risposto alle direttive nazionali sulla scuola che, su indicazione
del premier,
intendono essere d’avvio per un vasto piano per l’edilizia scolastica: sono
stati quantificate in 21,8 milioni di lire le segnalazioni al Governo per gli
interventi di edilizia scolastica immediatamente cantierabili.
Come emerge anche dalle recenti
campagne lanciate dai principali organi di stampa regionali, i cui lettori sono
incitati a mandare segnalazioni su situazioni di scuole danneggiate o bisognose
di interventi, traspare una decisa sensibilizzazione a riguardo.
Del resto, lo studio del
rischio sismico degli edifici scolastici e la definizione di strumenti utili
per la sua riduzione erano già stati resi noti con il progetto ASSESS -
Analisi degli Scenari Sismici degli Edifici Strategici Scolastici (2008-2011)
- che ha visto coinvolti le istituzioni scientifiche regionali, OGS (Istituto
Nazionale di Geofisica e Sperimentale) e gli atenei di Udine e Trieste, con
attività di indagine sviluppate in modo da pervenire alla conoscenza della
situazione complessiva in termini di livello di rischio e
delle esigenze di intervento sui singoli edifici scolastici.
Complessivamente al Livello 1
(“a tavolino”) sono già stati analizzati tutti i 1022 edifici scolastici
censiti dall’anagrafe nella regione Friuli Venezia Giulia, per il 10% di essi
l'analisi è stata condotta al Livello 2 (“speditivo”) e, per il 10% di questi
ultimi, l'analisi è stata condotta al Livello 3 (“di dettaglio”).
I risultati ottenuti (cfr. http://sprint.uniud.it/ricerca/progetti/assess) hanno
già fornito un quadro d’insieme per ambito territoriale, consentendo di
formulare graduatorie di priorità di intervento e di pervenire ad una stima
sommaria delle risorse finanziarie necessarie per la loro attuazione. Essi
hanno evidenziato anche l'importanza di considerare le criticità del sito,
con la necessità di un approccio che consideri tutti gli aspetti legati alla
sicurezza e non soltanto la “vulnerabilità” dell'edificio.
E’ stata sottolineata altresì la
positiva influenza della ricostruzione a seguito del terremoto in Friuli del
1976, tuttavia, il significativo incremento degli standard di sicurezza introdotti dalle norme
sismiche (NTC-2008) hanno indicato una generalizzata presenza di scuole con
classi prestazionali di livello inferiore, pur con stime attorno alle “tre
stelle”; le valutazioni meno positive si sono riscontrate prevalentemente nelle
aree non classificate sismiche prima del 2003, in particolare per edifici in
cemento armato o in muratura che non hanno subito interventi di miglioramento
sismico.
Ancora
una volta in Friuli Venezia Giulia ci siamo dimostrati precursori nell’analisi
di problematiche riconosciute sempre molto dopo.
3.07.2014
CONVEGNO DELL'ORDINE GEOLOGI FVG 28.02
La brochure:"Si è tenuto il 28 febbraio 2014 a Palmanova il Convegno organizzato e promosso dall’Ordine Geologi FVG “Il ruolo del geologo nella progettazione e realizzazione di opere e interventi”, caratterizzato da folta partecipazione di amministratori pubblici, progettisti nonchè cittadini e, ovviamente, geologi professionisti operanti in tutta la regione.I lavori si sono aperti con l'intervento del dott. Menchini, consigliere dell'Ordine Geologi, con ipotesi di snellimento burocratico delle procedure amministrative, comunque attente alle annose problematiche territoriali emerse anche a seguito degli ultimi drammatici eventi alluvionali.I risultati delle attività di controllo delle commissioni provinciali sul rispetto delle norme per le zone sismiche sono stati illustrati dal dott. Chiandussi, vicePresidente dell’Ordine Geologi, che ha sottolineato le preoccupazioni derivanti dal fatto che emergono tuttora significative percentuali di progettazioni non adeguate; egli ha illustrato le conseguenti proposte dell'Ordine di riportare i controlli alla totalità delle pratiche soggette a deposito e autorizzazione, nonchè nuove procedure interne di controllo sugli elaborati redatti dagli iscritti.
L'avv. Lagonegro, legale del Consiglio Nazionale Geologi, ha saputo riordinare la Normativa di riferimento in un’elencazione pratica e di chiarimento sulle competenze e responsabilità del professionista geologo, ponendo l'accento in merito al suo ruolo nella Pianificazione, nella Sicurezza Cantieri, ed alle sue competenze in materia geotecnica.L'ing. Grosso, dirigente della Provincia di Venezia, ha svolto una disamina sul ruolo del Responsabile del procedimento (RUP), ben illustrando le differenti fasi di progettazione dall'atto preliminare e fino al collaudo. Essa ha sottolineato l'importanza di poter disporre fin dal principio di informazioni specifiche atte a scongiurare sgradite varianti progettuali per "accidenti geologici".
Gli ingg. Da Prat e Ascari dello Studio Geotecnico Italiano di Milano hanno mostrato le difficoltà legate alla mancanza di sufficienti dati geologici, derivabili con specifiche indagini geognostiche e di laboratorio da commisurare all'importanza delle opere.Il quadro operativo per la progettazione di opere in sotterraneo è stato illustrato dall’ing. Pigorini di Italafer, che ha evidenziato la necessità di una stretta collaborazione tra ingegneri e geologi, per i cospicui investimenti e le estreme difficoltà tecniche che accompagnano tali particolari infrastrutture.
Molto apprezzato in conclusione l'intervento dell'esperto geologo Comin di Italafer, che ha saputo sintetizzare tutti gli aspetti trattati dai precedenti oratori in un'appassionante disquisizione sull'etica professionale, che di fatto ha riportato l'attenzione sul sottotitolo della manifestazione "garantire la sicurezza dei cittadini e i loro investimenti".A chiusura dei lavori il dibattito finale, moderato dal dott. Iadarola Presidente dell’Ordine Geologi FVG, ha visto anche la partecipazione del geol. Lauri del Consiglio Regionale del FVG, a testimonianza di un generale coinvolgimento della nostra società negli argomenti trattati.
GEOLOGI FVG_CONVEGNO 28.02
SINISTRI: PRIMA REGOLA LAVORARE IN QUALITA'
Nel corso degli anni è di fatto aumentata in modo quasi esponenziale la frequenza delle vertenze per il risarcimento di danni che coinvolgono i professionisti dell’area tecnica.
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C.N.Geologi-Assicurazione-professioni-tecniche
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C.N.Geologi-Assicurazione-professioni-tecniche
da ONG - GUIDA AL CALCOLO DEI CORRISPETTIVI PER PRESTAZIONI GEOLOGICHE
Il Consiglio Nazionale dei Geologi, ha predisposto una sintetica guida per la determinazione dei corrispettivi da porre a base di gara.La guida contiene alcuni esempi di calcolo riferiti alle prestazioni per i servizi geologici.Sono attualmente in corso iniziative per la produzione di un applicativo per il calcolo dei corrispettivi pienamente coerente con i criteri riportati nella guida. Nel frattempo è raccomandata un'attenta verifica dei programmi disponibili in rete ritenuti inattendibili.
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3.06.2014
DIBATTITO
Anche questa è sempre attuale...
La
relazione geologica per gli edifici è previdenza
La relazione geologica: unico documento di
prevenzione degli edifici. Con la Legge regionale 11 agosto 2009 numero 16 la
Relazione geologica è diventata, in tutto il territorio regionale, elaborato
indispensabile per ottenere l'autorizzazione all'inizio dei lavori delle
costruzioni in zona sismica. Finalmente la relazione geologica riveste un ruolo
importante a livello progettuale, come fra l'altro indicato dalle Norme
tecniche delle costruzioni del 2008 improntate alla prevenzione. In precedenza,
infatti, detta relazione era considerata accessoria e si riducevano al minimo
le spese per le indagini necessario alla conoscenza del sottosuolo, oppure, spesso,
erano omesse. Ciò nella presunzione che il terreno interessato dalla
costruzione fosse facilmente descrivibile, in termini tecnici, addirittura con
parametri ricavabili a tavolino esclusivamente dalla letteratura scientifica.
Troppo spesso ci si "dimentica" che la relazione geologica rappresenta
il solo e unico elaborato di prevenzione dai pericoli geologici per la
costruzione di qualunque opera ingegneristico! I "pericoli geologici"
non sono riconosciuti finché la gente comune non è coinvolta in grandi
tragedie, quali terremoti, alluvioni, frane, sprofondamenti, ma anche da disagi
più limitati comunque fastidiosi, per esempio allagamenti degli scantinati,
piccoli cedimenti strutturali eccetera. Si viene a conoscenza e, per chi fa
della prevenzione geologica un lavoro, si affrontano quotidianamente situazioni
di pericolo legate a scelte progettuali non consone al territorio in cui sono
inserite, dovute soprattutto alla convinzione, errata, che si possa fare a meno
di approfondire in maniera adeguata le conoscenze del luogo ove inserire le
strutture; tanto ci pensa l'ingegneria. Ricordiamoci che gli edifici non
galleggiano a mezz'aria! L'assenza di cultura della prevenzione, presente anche
nel mondo professionale tecnico, non contempla la necessità di eseguire
indagini adeguate. Talvolta la relazione geologica è sostituita da
un'"asseverazione", non prevista dalle normative, firmata da tecnici
non abilitati, addirittura omessa oppure redatta usando elementi ricavati da
vecchie cartografie a supporto di Piani regolatori generali comunali non in
linea con la normativa attualmente vigente. Questa mancanza è spesso mascherata
da motivi economici che sarebbero superabili con una distribuzione più equa
delle risorse disponibili. È quindi doveroso fare un po' d'ordine e
dare alcuni consigli a coloro che vanno a
investire i risparmi di una vita comprando o costruendo un edificio. La
relazione geologica è un elaborato progettuale obbligatorio e può essere
firmata solamente da un geologo, regolarmente iscritto all'albo professionale.
Il motivo è lampante: soltanto chi si specializza nello studio delle Scienze
della Terra è in grado di avere uno sguardo a 360 gradi sui problemi che si
possono generare. Andreste da un oculista per farvi sistemare un ginocchio? La
lista completa degli abilitati è pubblica e disponibile al sito dell'Ordine dei
geologi della regione Friuli Venezia Giulia (www.geologifvg.it). I committenti
devono scegliere personalmente il geologo che deve garantire l'assenza di
pericoli per l'edificio o la struttura da progettare (e si sottolinea da progettare,
non già progettata o perfino già costruita!) e suggerire adeguati accorgimenti:
così come si scelgono le piastrelle, gli infissi, gli arredi eccetera, è
indispensabile anche non delegare soltanto ai tecnici progettisti una scelta
che segnerà il destino dell'edificio; le piastrelle si cambiano, gli edifici
non si possono spostare! Nella scelta può essere utile valutare l'aggiornamento
professionale cui i geologi sono obbligati: sul sito regionale sono presenti i
nominativi degli adempienti all'Ape (Aggiornamento professionale continuo). Per
adempiere gli obblighi di legge, le analisi per la relazione geologica per le
costruzioni devono fare riferimento a tre livelli conoscitivi: i sedimenti alla
profondità di posa delle fondazioni; i sedimenti compresi nel «volume
significativo»; la «categoria di terreno» da usarsi per la progettazione
antisismica. Se nel primo caso è sufficiente uno scavo per un'osservazione
diretta e la conseguente analisi, gli altri presuppongono esami più complessi.
Il «volume significativo» è dipendente dalla larghezza dell'edificio: infatti
la profondità di analisi è generalmente pari a una volta e mezzo tale quantità.
Per giungere alla conoscenza dei sedimenti generalmente per i primi 15-20 metri
le metodologie sono diverse, dalle perforazioni ai metodi geofisici. La
«categoria di terreno», invece, è la chiave per una corretta progettazione,
visto che ogni successivo passo ne è derivato. Essa è stata introdotta per
motivi antisismici, quindi in Friuli Venezia Giulia trova una giustificazione
ancor maggiore, come ben ricorda chi ha vissuto il 6 maggio 1976 e gli anni
successivi. Secondo norma, essa, spiegandolo in maniera molto semplificata, è
dipendente dalla velocità delle onde sismiche per una profondità di 30 metri al
di sotto del piano di posa delle fondazioni. Dev'essere determinata mediante
varie prove geofisiche: per averne un'idea possono essere consultati (sempre
sul sito dei geologi regionali) gli «Indirizzi e criteri per la microzonazione
sismica», dove sono riportate le metodologie validate a livello internazionale.
È importante che le analisi eseguite facciano riferimento a metodologie
validate dalle istituzioni scientifiche per garantire che la categoria di
terreno sia corretta: questo fatto assicura una giusta spesa per le strutture e
un'adeguata resistenza in caso di sisma. Come ulteriore garanzia per i
committenti, nonché per adempiere ogni singola istanza della normativa,
l'Ordine dei geologi regionale ha emanato, di concerto con gli altri Ordini
regionali d'Italia, le «Linee guida per la redazione delle relazioni geologiche
e geotecniche» ; tale documentazione è sempre disponibile sul sito e i
committenti devono richiedere il rispetto del disciplinare. Il costo di una relazione
geologica, considerato quanto sopra riportato, non può essere pari a quello di
una cena al ristorante. Pare superfluo ricordare che, generalmente, il costo è
direttamente proporzionale alla qualità di ciò che viene acquistato. Da questa
breve nota emerge che la relazione geologica è un elaborato progettuale utile
per qualsiasi tipo di costruzione e dev'essere interpretata come una
previdenza, piuttosto che un mero costo!
Alberto Chiandussi, Daniela Croce e Roberto
Ponta
Friuli Venezia Giulia
CONTENUTI RELAZIONE GEOLOGICA
Rispolvero da blog precedente in modo da avere sempre attenzione..
STRALCIO DA LINEE GUIDA
PER LA REDAZIONE DELLA RELAZIONE GEOLOGICA (Consiglio Naz. Geologi 2010)
Premessa ed obiettivi del lavoro
Nella premessa verrà indicato il Committente e l’esatta denominazione del progetto/piano; inoltre verrà descritta la natura dell’incarico conferito, la fase progettuale in esame (Studio di fattibilità,Progetto preliminare, definitivo, esecutivo), le caratteristiche essenziali dell’intervento di progetto e/o del piano.
Si procederà, poi, alla descrizione della documentazione fornita
dal Committente e dal Progettista, indicando il tipo di documento,
la relativa codifica, una rapida descrizione del contenuto, l’estensore,la data e il numero di revisione. Dopo aver definito gli
obiettivi dell’incarico affidato dal Committente si passerà alla
descrizione schematica delle fasi di lavoro, oltre ad indicare il/i
nominativo/i di eventuali collaboratori e la loro funzione nell’ambito dello studio specialistico, ferma restando la responsabilità
intellettuale
e civile del firmatario degli elaborati.
Inquadramento geografico
La localizzazione geografica dell’area di studio dovrà
consentire
l’individuazione del settore di territorio oggetto di approfondimenti con riferimento ai limiti amministrativi di riferimento ed a
quelli naturali.
La localizzazione dovrà essere realizzata su cartografia
ufficiale IGMI di piccola scala (1:50.000 o inferiore) mentre l’ubicazione dovrà essere prodotta su base topografica in scala di dettaglio (1:5.000 o superiore) con esatta indicazione del Foglio IGMI,
della Tavoletta IGMI, della Sezione CTR e/o dell’Elemento CTR. Sulla
carta di ubicazione dell’intervento dovrà essere anche rappresentata
la sagoma dell’opera (o le ipotesi di zonazione previste dal piano)
con indicazione delle coordinate geografiche espresse nel sistema di riferimento WGS84 (Datum WGS84) dei vertici della sagoma e/o del baricentro dell’opera. Si raccomanda di descrivere
sinteticamente in
questo capitolo il quadro dei vincoli ambientali e paesistici
esistenti.
Inquadramento geologico regionale
In questa parte si descrivono i lineamenti geologici dell’area
di
studio inquadrandola in un più ampio scenario di riferimento.
Vengono descritti i lineamenti geologici regionali e quelli di una vasta
area all’interno della quale si cala l’intervento, facendo
riferimento ai dati bibliografici disponibili e al modello geologico regionale
più accreditato (con indicazione del riferimento bibliografico). In questa fase si descriveranno gli elementi lito- e
crono-stratigrafici nonché l’assetto strutturale, dovendosi individuare le
principali unità geologiche, i loro rapporti stratigrafici e tettonici
evidenziandone la storia geologica (configurazione del “modello
geologico locale ”). Il modello geologico locale descriverà le
relazioni tra le differenti unità litostratigrafiche ed il
carattere dei rapporti che le legano (stratigrafico, tettonico, ecc.). Il dettaglio dello studio sarà commisurato all’estensionedell’opera/piano
ed alla interazione che questa potrà determinare con il modello geologico locale. In allegato al documento
(relazione)verrà riportato un estratto della cartografia geologica
ufficiale più recente e di studi/ricerche universitarie o di elaborati specialistici contenuti in studi a corredo di strumenti di pianificazione a scala di bacino o locale. Il professionista
fornirà, inoltre, uno stralcio geologico originale da lui elaborato, rappresentato in scala commisurata all’importanza dell’opera,motivando eventuali sostanziali difformità dagli strumenti cartografici riportati in allegato. Ai fini della costruzione
del modello geologico la cartografia deve essere sempre corredata da
un numero di sezioni geologiche in scala e numero adeguati ad una corretta rappresentazione delle condizioni della zona studiata.
Carte
e sezioni debbono essere congruenti stratigraficamente oltre che
geometricamente.
Caratterizzazione del volume geologico significativo
In relazione con l’importanza e con l’estensione dell’opera/piano
di progetto, il professionista definirà l’areale e la relativa
porzione di sottosuolo da investigare mediante indagini geognostiche
dirette e/o indirette ed analisi di pericolosità, secondo i criteri che saranno di seguito esposti. Il “sito geologico ”, ancorché influenzato dall’impronta dell’opera di progetto, non coincide generalmente con l’area di interesse progettuale e la sua
estensione è sempre esuberante rispetto all’ambito di interesse.
Il volume geologico significativo comprende il sito geologico e il
relativo sottosuolo, in cui è possibile cogliere interrelazioni
di carattere dinamico di origine geologica o antropica influenzanti l’opera. Si tratta di una porzione,
più o meno estesa, di territorio con il suo sottosuolo per profondità, generalmente inferiori a
100 m,ma talora anche maggiori; il volume geologico è, pertanto, molto
più esteso rispetto a quello geotecnico, unicamente determinato
dalle caratteristiche dimensionali dell’opera.
La ricostruzione schematica del modello geologico comporta
sostanzialmente l’identificazione di un volume roccioso nel cui
ambito è definibile una successione litostratigrafica in
funzione
della tipologia e del numero di litotipi, delle litofacies, dei
caratteri mineralogici e tessiturali, dei rapporti stratigrafici
tra gli stessi, delle giaciture delle strutture, dell’assenza o
presenza di discontinuità strutturali, dell’assenza o presenza di fluidi
nel suo ambito, dei parametri che caratterizzano l’andamento e la circolazione di tali fluidi.
Operativamente, si dovrà valutare l’estensione di territorio
entro il quale possano determinarsi fenomeni geodinamici, idrogeologici e
antropici in grado di provocare o subire azioni dirette o
indirette sulle/dalle opere o su/da parti delle stesse.
Le azioni sull’opera e le conseguenze che l’opera a sua volta
induce sull’ambiente, in analogia ai criteri generali dell’Eurocodice
7,
possono ricondursi a:
• pericolosità sismica e relativi
effetti cosismici;
• pericolosità vulcanica
(propagazione di colate, nubi ardenti,
caduta di lapilli e polveri, ecc.);
• movimenti franosi, anche quiescenti
o relitti, eventualmente
riattivabili per le modifiche indotte dall’intervento di progetto;
• impatti e seppellimenti in zone di
espansione di colate rapide;
• impatti e seppellimenti in zone
soggette a caduta o rotolamento
massi;
• impatti e seppellimenti in zone di
espansione di valanghe;
• movimenti lenti riconducibili a fenomeni
di creep, di degradazione
superficiale, di alterazione dei terreni;
• azioni indotte da tensioni nel
sottosuolo di natura geostatica o tettonica o detensionamenti riconducibili a scavi estesi,
presenza di elevate tensioni residue negli ammassi rocciosi associate a
fenomeni di plasticizzazione;
• deformazioni legate ad ammassi
rocciosi con disomogeneità
tessiturali verticali e laterali;
• cedimenti o collassi legati alla
presenza di ammassi rocciosi
solubili, di cavità carsiche con bassa copertura in formazioni
calcaree o gessose;
• effetti legati ad attività
estrattive in superficie o in
sotterraneo, a cavità nel sottosuolo, a fonti di vibrazione;
• subsidenze riconducibili a fenomeni
naturali o antropici;
• pressioni di tipo interstiziale
riconducibili a falde libere o
confinate, forze di filtrazione, abbassamento o innalzamento del
livello di falda;
• cedimenti legati a zone di
ristagno, torbose e paludose, nonché
alla presenza di terreni ad alta compressibilità, espansivi,
ecc.;
• azioni erosive di acque
superficiali o sotterranee;
• spinte di tipo idrostatico di acque
sotterranee o superficiali in quiete o in movimento;
• condizioni idrogeologiche che
comportino rischi di sifonamento,
galleggiamento o inondazione repentina dell’opera;
• infiltrazioni di acque superficiali
nel sottosuolo, con possibile
conseguente rischio di veicolazione di sostanze inquinanti;
• interventi che modifichino l’idrogeologia
in zone di rispetto di captazioni ad uso idropotabile e/o in zone ad elevata
vulnerabilità degli acquiferi sfruttati ad uso idropotabile;
• interventi in zone con presenza di
centri di pericolo ambientale discariche, siti da bonificare, industrie a rischio,
infrastrutture,cisterne, serbatoi, stoccaggio rifiuti, ecc.).
Litostratigrafia
Nell’ambito del volume geologico significativo il professionista
procederà ad una dettagliata descrizione dei terreni e delle
rocce basata sugli esiti del rilevamento di campagna.
Si procederà, dunque, alla definizione delle diverse unità s.l.
individuabili nell’area, cartografandole a scala commisurata
alla
portata areale dell’intervento. Inoltre si provvederà ad un’accurata descrizione ed alla mappatura dei depositi quaternari presenti nell’area di studio.
Per le opere e i lavori a rete si potranno evidenziare le
caratteristiche litostratigrafiche del suolo e del sottosuolo
mediante profili geologici longitudinali e trasversali in numero
sufficiente per illustrare gli aspetti geologici salienti dell’area.
Le correlazioni e le estrapolazioni delle unità litostratigrafiche saranno operate mediante modelli sedimentari noti in
letteratura.
Assetto geologico-strutturale
In questo capitolo vengono descritti i rapporti tra corpi
geologici generati dall’attività tettonica (faglie, pieghe e ricoprimenti)nonché le relazioni geometriche e di estensione fra gli stessi,
quali le variazioni verticali e laterali evidenziate dall’analisi stratigrafica e dalla distribuzione delle facies.
In particolare si dovranno evidenziare:
• le condizioni giaciturali;
• la presenza di intercalazioni fra
strati tenaci e deboli;
• la presenza di faglie ed una
valutazione dello stato di attività delle stesse;
• la distribuzione spaziale dei
giunti e delle fratture anche con
l’ausilio di stereogrammi polari;
• la distribuzione delle superfici di
debolezza meccanica e delle
zone cataclastiche;
• la distribuzione delle tensioni nel
sottosuolo e nelle
discontinuità.
Geomorfologia
Sulla base di un’approfondita ricerca bibliografica, seguita da
analisi foto interpretative e da un attento rilievo
geomorfologico di campagna, il professionista descriverà i processi geomorfologici rilevanti che hanno caratterizzato il settore di territorio in
cui ricade l’area di interesse e quelli che, a suo avviso, possono evolvere in tempi confrontabili con quelli di vita nominale dell’opera.
Nell’analisi il professionista evidenzierà anche tutti gli
assetti morfologici e morfostrutturali che possono preludere a
fenomenologie cosismiche riferendosi ai livelli di affinamento indicati nelle allegate procedure di analisi di pericolosità sismica.
Particolare attenzione dovrà essere dedicata all’analisi dei
fattori di pericolosità geomorfologica e alla sua stima (bassa,
moderata,elevata, estremamente elevata). La pericolosità geomorfologica
sarà definita per tipologia di processo (frana, esondazione, erosione costiera, ecc.).
Al fine di verificare la congruenza delle proprie valutazioni,
il
professionista descriverà i contenuti degli strumenti normativi
a
scala di bacino (PAI) adottati (o in corso di adozione), l’inventario
nazionale delle frane I.F.F.I., riportando stralci cartografici
dell’area di interesse. L’eventuale presenza di areali ad
elevata
pericolosità o di scenari di rischio già conclamati nell’area di
interesse o in prossimità di essa, determineranno un
approfondimento specifico da parte del professionista che interagirà
direttamente, in nome e per conto del Committente, con la Segreteria Tecnico
Operativa dell’Autorità di Bacino competente per territorio.
Sulla scorta delle stime di pericolosità prodotte si individuano
gli elementi di criticità geomorfologia meritevoli di azioni
progettuali (atte a ridurre il livello di pericolosità specifico o a ridurre
il livello di vulnerabilità dell’opera) finalizzate alla riduzione
del rischio.
Climatologia, Idrologia, Idrogeologia
I contenuti di questo capitolo della relazione geologica si
svilupperanno con l’obiettivo di definire le condizioni
climatiche del sito ed in particolare il regime pluviometrico medio, la frequenza delle precipitazioni intense, di diversa durata, con
tempi di ritorno di 10, 50, 100 e 200 anni sulla base delle serie di
dati reperibili. Si dovranno inoltre indicare le modalità di
deflusso, con particolare riguardo al reticolo idrografico superficiale ed al
suo grado di gerarchizzazione. Si dovrà indicare il corpo idrico recettore, il settore di bacino impegnato dall’opera a progetto
e le eventuali interferenze e modificazioni indotte nel naturale
deflusso delle acque. Si fornirà una valutazione del bilancio idrologico,
dettagliato e approfondito in relazione agli obiettivi del
lavoro.
Dovranno quindi descriversi le condizioni di permeabilità delle
formazioni geologiche, nell’ambito del volume geologico
significativo, e in particolare quelle che possono contenere
corpi idrici sotterranei quali:
• mezzi permeabili per porosità
primaria;
• mezzi permeabili per porosità
secondaria (fessurazione);
• mezzi permeabili per porosità
secondaria (carsismo o dissoluzione);
• mezzi permeabili per porosità
mista.
Dovrà essere fornita la descrizione del tipo degli acquiferi,
degli acquicludi e degli acquitardi.
I corpi idrici sotterranei potranno essere classificati come
corpi idrici suddivisi in:
1. falde freatiche (o libere) superficiali (soggiacenza media
< 10 m);
2. falde freatiche(o libere) profonde (soggiacenza media > 10
m);
3. falde confinate(o in pressione) (con specificazione dell’eventuale
grado di artesianesimo);
4. falde semiconfinate;
5. falde minori (sospese, temporanee, etc.);
6. falde multitipofalde sovrapposte.
Degli acquiferi sarà fornita un’accurata descrizione litologica
e
dello stato fessurativo allo scopo, se necessario, di definire
unità idrogeologiche omogenee.
Il quadro idrogeologico dovrà essere completato dalla misura e
dalla elaborazione dei livelli piezometrici, da una stima delle
pressioni interstiziali, in relazione con gli interventi di progetto,
nonché da una definizione del grado di protezione degli acquiferi e della
loro vulnerabilità in relazione agli interventi previsti dal
progetto.
Qualora il progetto interferisca in maniera rilevante con le
acque sotterranee si dovranno eseguire specifiche indagini e prove idrogeologiche, che saranno opportunamente commentate. Gli esiti delle indagini e delle prove saranno corredati da cartografia idrogeologica, con indicazione delle linee equipotenziali (o isopiezometriche), realizzata ad una scala utile a descrivere il tematismo in relazione con le caratteristiche dell’opera/piano,
e da modelli di flusso e di trasporto della eventuale propagazione di contaminazioni.
A questo scopo dovranno essere definite le condizioni al contorno
che definiscono il corpo idrico sotterraneo (corpi idrici
superficiali,condizioni di flusso nullo, etc.).
Nella discussione finale delle problematiche rilevate si dovrà
valutare l’eventuale impatto sulla qualità dei corpi idrici
sotterranei connessa a:
• dispersione in superficie di
liquami chiarificati (in assenza di reti fognarie) o non chiarificati;
• scambio termico in sistemi
geotermici a bassa entalpia;
• immissione in falda di acque a
temperatura diversa da quella
originale, compresa la reiniezione di fluidi
provenienti da sistemi geotermici a media e alta temperatura;
• ricarica delle falde con acque di
depurazione o con altri sistemi;
• prelievi in acquiferi costieri, con
definizione dell’andamento del cuneo salino;
• ogni altra perturbazione del
sistema acquifero interessato dalle opere di progetto.
Approfondimenti, programmazione delle indagini e loro esito
Rilievi di campo
In questo paragrafo saranno illustrati gli esiti dei rilievi di
campo finalizzati alla ricostruzione del volume geologico
significativo. Si descriveranno le stazioni di affioramento e si documenteranno fotograficamente le evidenze di campo utili ai fini della configurazione dello scenario locale.
Analisi fotointerpretativa
In questo paragrafo saranno illustrati gli esiti delle analisi
fotointerpretative, anche multi-temporali, condotte nell’ambito
dello studio specialistico. Saranno riportati, inoltre, i data strip delle immagini utilizzate, il titolare delle immagini e l’epoca di
volo.
Campagna di indagini geognostiche
In questo paragrafo verranno illustrati la programmazione, la
sequenza temporale, la/le Ditta/Ditte esecutrice/i ed eventuali
variazioni intervenute nel corso dell’esecuzione delle stesse.
Inoltre saranno descritti gli esiti delle indagini in relazione
con il modello geologico configurato e con le ipotesi d’intervento.
Le modalità esecutive delle indagini e delle prove, saranno
contenute in un apposito elaborato, allegato alla relazione geologica, in analogia con il Ground Investigation Report dell’EC-7. Il professionista incaricato della direzione dei lavori di indagine geognostica, validerà la conformità del prodotto reso con il
Progetto di campagna indagini da lui redatto, emettendo certificato di regolare esecuzione con funzioni anche amministrative.
La campagna di indagini geognostiche realizzata nell’ambito
dello
studio specialistico geologico può avere finalità differenti da
quella progettata nell’ambito della progettazione geotecnica in
quanto temporalmente antecedente. Al fine di ridurre i costi
d’indagine e rendere sinergica l’azione dei professionisti
impegnati nel progetto la campagna di indagini potrà essere unica e
condivisa dall’/dagli estensore/i degli studi specialistici geologici e geotecnici.
Terre e rocce da scavo
Gli aspetti connessi all’analisi geologica dei materiali di
scavo
sono riportati nell’allegato specifico.
Analisi delle pericolosità geologiche
Il professionista descriverà le pericolosità di base del sito,
facendo riferimento alla nuova classificazione sismica del
territorio nazionale, recepita a livello locale dalle amministrazioni
regionali,nonché alle carte di pericolosità sismica e agli studi di M.S.eseguiti in ambito regionale o comunale, agli strumenti di pianificazione di bacino disponibili (P.A.I. o Piani stralcio tematici), ai Piani Urbanistici corredati di studi geologici.
L’analisi delle pericolosità sarà effettuata sulla base di
apposite procedure riassunte nello specifico allegato e così suddivise:
Pericolosità sismica
Microzonazione sismica
Pericolosità per crollo e rotolamento massi
Pericolosità per colate
Pericolosità su conoide
Pericolosità per fenomeni di scivolamento
Pericolosità per fenomeni valanghivi
Pericolosità vulcanica
Le linee guida NTC 08 elaborate dal Gruppo interregionale degli
Ordini regionali sono riportate in allegato alle Linee Guida
proposte
dal C.N.G.
Elementi di criticità
Nel capitolo in questione saranno descritti gli elementi di
criticità emersi nel corso dello studio distinguendoli per tipologia (criticità litologica,
geomorfologica, idrogeologica, ambientale, antropica, ecc.).
Conseguentemente verranno descritte tutte le tecniche di
mitigazione che potranno avere carattere cautelativo o prescrittivo in
relazione con la loro importanza.
In accordo con il Progettista si definiranno, infine, eventuali
successive fasi di approfondimento (anche in corso d’opera)
nonché la tipologia e la durata nel tempo delle campagne di monitoraggio connesse con la costruzione e l’esercizio dell’opera.
Attendibilità del modello geologico e fattibilità dell’intervento
In relazione con la qualità e la quantità delle informazioni
reperite, delle indagini eseguite e con la complessità
geologico strutturale dell’area di studio, il Professionista provvederà a qualificare il modello geologico di riferimento attraverso una
scala di attendibilità a cinque valori (1=scarso; 2=mediocre;3=sufficiente; 4=buono; 5=ottimo). Appare opportuno evidenziare
che l’affidabilità di un modello geologico è un parametro indicativo
di quanto lo stesso descriva una determinata realtà naturale e non,evidentemente, il contrario. La descrizione grafica del modello
deve spingersi ad una sua rappresentazione nello spazio attraverso
carte geologiche corredate di un numero adeguato di sezioni oppure,
ove siano disponibili molte informazioni, da modelli tridimensionali.
È opportuno ribadire che carte e sezioni devono essere congruenti
sotto il profilo geometrico e stratimetrico.
Nel capitolo conclusivo verrà espresso anche un giudizio sulla
compatibilità dell’opera/piano con il contesto naturale
ospitante.
Vengono richiamati, pertanto, gli elementi di pericolosità
naturale presenti nell’area di progetto ed enumerati gli elementi di
criticità distinti per tipologia (criticità litologica, geomorfologica,idrogeologica, ambientale, antropica, ecc.).
La sintesi dovrà contenere indicazioni circa il livello di
vulnerabilità ammissibile per l’opera a seconda della classe d’uso
e in relazione con il contesto naturale descritto e con la vita nominale dell’opera stessa.
Conseguentemente verranno descritte tutte le tecniche di
mitigazione che potranno avere carattere cautelativo o prescrittivo in
relazione
con la loro importanza.
In accordo con il Progettista si dovranno definire, infine,
eventuali successive fasi di approfondimento (anche in corso d’opera)
nonché la tipologia e la durata nel tempo delle campagne di monitoraggio connesse con la costruzione e l’esercizio dell’opera.
Riferimenti bibliografici
Riferimenti bibliografici
Dovranno indicarsi con rigore tutte le fonti di dati utilizzati
per la redazione della relazione, comprensive del nome dell’Autore e dell’anno di pubblicazione/realizzazione. Inoltre dovranno
essere indicate le leggi, gli strumenti pianificatori, la cartografia e quant’altro consultato in fase di redazione degli elaborati.
Allegati cartografici
Le tavole di analisi e sintesi dovranno essere rappresentate
utilizzando, ove possibile, le legende e le simbologie proposte
dal Gruppo Nazionale Geografia Fisica e Geomorfologia (1994) -
riportati in appendice.
Approccio metodologico analitico
In funzione della tipologia di prestazione richiesta al
Professionista è possibile procedere secondo schemi predefiniti
che consentono la produzione di contenuti minimi.
Gli schemi proposti dal C.N.G. sono relativi a tipologie di
opere e presentano le specificità richieste dalle norme per quella
tipologia di intervento.
Si evidenzia che l’applicazione delle procedure semplificate
connesse alla realizzazione di opere “a bassa incidenza sotto il criterio puramente dimensionale” deve essere preventivamente verificata
con la pericolosità geologica di base che, laddove non trascurabile,presuppone l’esecuzione di studi specialistici di analisi di pericolosità e rischio come descritto nell’approccio generale.
Le tipologie di lavoro vengono come di seguito elencati. I
relativi standard di riferimento sono
disponibili in allegato nelle Linee Guida proposte dal C.N.G.
1 - Opere di sistemazione e completamento di fabbricati
esistenti: adeguamento igienicofunzionale, sopraelevazione, strutture di recinzione di aree di pertinenza, ecc.
2 - Costruzione di un edificio di modesto impegno costruttivo
(minime pericolosità naturali)
3 - Costruzione di un edificio di notevole impegno costruttivo (massime pericolosità naturali)
4 - Progettazione stradale e ferroviaria
5 - Progettazione di reti di distribuzione (fognarie, idriche, metanodotti, ecc.)
6 - Interventi di stabilizzazione di aree in frana e/o di consolidamento di versanti
7 - Indagini geologiche preordinate alla redazione di uno
strumento urbanistico
8 - Studio geologico nell’ambito di un piano attuativo
9 - Studio geologico riguardante la localizzazione e la
realizzazione di una discarica
10 - Studio geologico riguardante la caratterizzazione di un
sito inquinato
11 - Studio idrogeologico per il prelievo e l’utilizzo di acque sotterranee
12 - Studio idrogeologico per la delimitazione delle Aree di Salvaguardia di Risorse Idriche ad Uso Potabile
13 - Studio geologico nell’ambito del progetto per attività estrattiva o per l’ampliamento di un sito già adibito ad
attività estrattiva
14 - Studio componente suolo-sottosuolo e ambiente idrico in procedure SIA, VIA, VAS e Valutazioni di Incidenza
15 - Studio idrologico ed idrogeologico per realizzazione
laghetti
collinari
16 - Studi in area urbana
17 - Individuazione cavità sotterranee di origine antropica
18 - Studi geologici nell’ambito della progettazione di aree cimiteriali
18 - Studi geologici nell’ambito della progettazione di aree cimiteriali
19 - Studi geologici per concessioni di derivazione di acqua
pubblica (sotterranea)
20 - Studi geologici per concessioni di derivazione di acqua
pubblica (superficiale)
21 - Studi idrogeologici per la realizzazione di impianti di smaltimento reflui domestici
3.05.2014
GEOLOGIA PER I CITTADINI
QUEST'AUTUNNO
Con il collega e amico Alberto un sano esercizio di rilevamento in campagna ha portato a risolvere il mistero delle acque scomparse del torrente Cornappo
MV 2013/10/27/ torrente-scomparso-risolto-il-mistero
GUIDA ALLA STESURA DELLA RELAZIONE GEOLOGICA
Auspicandomi di fare cosa gradita pubblico ..
introduzione
Un “rapporto geologico”, avente qualsiasi
lunghezza, è un documento, scritto su un determinato soggetto, il cui scopo è quello di
trasmettere informazioni ed idee e talvolta fare raccomandazioni. Spesso
ai Geologi, durante la loro carriera, viene richiesto di scrivere relazioni i
cui argomenti vanno dal sopralluogo agli stadi di avanzamento, dalle indagini specifiche
fino a rapporti collegiali.
La
relazione geologica sarà spesso la base sulla quale verranno prese importanti
decisioni, perciò, una buona relazione reca credito
sia all'individuo che la scrive che all'Ordine Professionale cui questo
appartiene.
QUALITÀ DELLE RELAZIONI
L'autore di una buona relazione geologica
sa che il suo scopo primario è quello di comunicare informazioni specifiche. La sua relazione è chiara e
comprensibile alla prima lettura. L'esposizione avvincente e
l'impostazione aiuta il lettore a seguire l'argomento e ad identificare i punti
principali. Essa contiene
solo informazioni rilevanti ognuna delle quali è accurata e verificabile.
Infine, una buona relazione non è più lunga del necessario, poiché il suo scopo
preciso è esposto all'inizio.
Una cattiva relazione è confusa,
contiene un frasario verboso ed usa un linguaggio professionale non necessario.
Fatti importanti vengono omessi ed altri risultano ambigui o errati. Manca la differenziazione tra
fatti verificabili ed opinioni personali. La relazione può essere
incompleta ed è generalmente troppo lunga.
OBIETTIVI
Nessuna relazione può avere successo se i
suoi obiettivi non sono stati identificati fin dall'inizio.
Sia l'autore che il Committente ne sono responsabili, ed è buona norma quindi concordarli
(preferibilmente per iscritto) prima dell'inizio del lavoro. L'argomento individuato deve
essere quanto più specifico possibile; un'ampia trattazione sarà lasciata piuttosto
all'intera relazione. Per poter
specificare l'obiettivo chiaramente, l'autore deve conoscere il soggetto e
le finalità dell’indagine assegnata.
Il tema giustifica una relazione molto
articolata? Deve essere un sommario o una discussione dettagliata di tutte le
informazioni disponibili sul soggetto? Che tipo di decisioni saranno prese in
seguito ai risultati raggiunti? (sono
importanti anche i lettori ai quali è indirizzata; chi sono, che conoscenza hanno
dell'argomento, capiranno i termini tecnici usati?)
La quantità di tempo disponibile per completare
l’indagine e preparare la relazione deve essere anch'essa specificata in questo
stadio.
STADI DELLA STESURA DELLA RELAZIONE
GEOLOGICA
Ci sono tre distinti stadi nella produzione
di una relazione: l’indagine,
la stesura e la revisione. Prima di iniziare il lavoro è necessario suddividere
il tempo disponibile tra le diverse fasi per assicurarsi che nessuna di esse
sia trascurata od omessa.
L’indagine
Questo stadio è la base sulla quale si
costruisce una buona relazione geologica. È la fase durante la quale si acquisiscono i fatti, si
delineano i problemi e le opinioni e si sviluppa una piena comprensione del
soggetto. In alcuni casi i fatti sono già conosciuti e devono venire
solo confermati e costituire l'oggetto della relazione. In altre situazioni
sarà necessario intraprendere un'approfondita, intensa e completa indagine
che include ricerche bibliografiche, sopralluoghi in sito ed esame critico di
altre informazioni disponibili o evidenze di qualunque tipo. Questa fase deve essere
affrontata con mente aperta, e ogni informazione sul tema si deve accettare
anche se al momento non dovesse apparire rilevante.
È necessario specificare alla Committenza le analisi specifiche che andranno
intraprese, includendo una spiegazione su come svolgerle e chi ne verrà
coinvolto. Entro questa sezione del rapporto dovrebbero venir fatti dei riferimenti ad ogni più ampia
considerazione al di fuori dell'obiettivo principale, che possano avere
un'attinenza al suo raggiungimento. A questo punto andrebbe menzionata ogni ripercussione
finanziaria o legale, come pure ogni problema causato dalla divulgazione di
notizie riservate. Se vengono raccomandati studi o indagini
specialistiche è importante che gli obiettivi siano chiaramente definiti. È
importante che questa fase sia affrontata in tono appropriato cosicché il Committente sia persuaso che
gli eventuali approfondimenti suggeriti siano essenziali, appropriati e pratici.
Egli dovrebbe sentirsi consigliato o eventualmente sollecitato, ma mai forzato
o minacciato ad eseguirli.
Quando il materiale è stato raccolto lo si
deve riordinare sotto differenti titoli. Ciò rende possibile costruire più
facilmente un quadro completo di ogni argomento di quanto non lo sarebbe avendo
delle annotazioni sparse che devono essere separate e risistemate.
Una volta raccolte tutte le informazioni si
devono determinare le conclusioni e le raccomandazioni. La relazione non può essere scritta senza che queste siano
note.
È ora possibile selezionare il materiale essenziale a sostegno degli
argomenti che conducono alle conclusioni e raccomandazioni. Troppe
informazioni rendono oscuri i punti salienti ed appesantiscono il fluire
dell'argomento; troppo poche daranno origine ad opinioni infondate e
condurranno a raccomandazioni ingiustificate. Il modo più semplice per ottenere
un giusto equilibrio è scegliere
le informazioni sulla base sia dell'obiettivo della relazione sia del lettore
designato.
II passo successivo è quello di sistemare
il materiale selezionato in un ordine logico (cronologico, organizzativo o
per argomento) procedendo dal noto allo sconosciuto o dal passato, attraverso
il presente, al futuro.
Se qualche paragrafo si avvale di informazioni provenienti da
qualche altro capitolo, esso non può precedere quest'ultimo.
La relazione dovrebbe essere strutturata in
capitoli separati in modo che il lettore possa comprenderne il filo conduttore.
I paragrafi tuttavia non devono necessariamente essere scritti nello stesso
ordine di come essi appariranno nel testo. Infatti la parte principale della relazione dovrebbe
essere scritta per prima.
I titoli
di copertina devono attirare l'attenzione del lettore e suggerirgli
l'argomento di relazione. Questa
pagina deve includere anche il nome dell'autore, il Committente, la data ed
ogni numero di riferimento, oltre alle limitazioni nella diffusione.
Per relazioni geologiche di considerevole
lunghezza è necessario un indice.
Esso deve includere tutte le sezioni della relazione, con il numero di pagina
relativo; perciò esso non può essere completato finché la relazione non e stata
scritta. Deve essere
incluso anche l'indice delle carte, dei diagrammi, delle tabelle e delle
appendici.
Dopo l'indice generalmente appaiono i ringraziamenti alle
persone che hanno collaborato alla preparazione della relazione.
Una relazione geologica dovrebbe sempre avere
un'introduzione. Essa infatti
prepara il lettore alla parte principale della relazione e lo mette in
condizione di ottenere il meglio da essa; per raggiungere questo scopo
l’introduzione non deve
essere un riassunto, bensì esporre lo scopo della relazione, compresi i termini
di riferimento ed il nome del Committente. L’introduzione dovrebbe contenere inoltre tutti i
necessari fatti fondamentali (per es. metodi di indagine e fonti dei
dati), come pure
informazioni sull’organizzazione della relazione e definizioni di tutti
i termini tecnici usati.
Le conclusioni
non devono essere scritte finché la trattazione di tutti gli argomenti non è
stata completata e dovrebbero consistere in un sommario conciso (generalmente meno di 200 parole)
che richiami l'attenzione
sui dati e sulle principali risultanze e raccomandazioni contenuti nella
relazione. Si deve tener conto che le conclusioni potrebbero essere
la sola parte della relazione letta da alcune persone o anche indicata o citata
da terzi. Perciò non devono far riferimento a pagine specifiche o ad
illustrazioni contenute, ma rimanere un accurato e comprensibile sunto. Un
breve riferimento va invece fatto nel caso in cui siano stati usati nuovi
metodi o strumenti, in modo da evitare che utili informazioni possano rimanere
sconosciute.
II
corpo della relazione conterrà il materiale selezionato tra quanto è stato
possibile raccogliere. Essa includerà sia le informazioni che le
interpretazioni, ma i fatti dovranno essere chiaramente separati da
qualsiasi deduzione ricavata da essi. Questo è il fondamento per le
conclusioni e le raccomandazioni. Se la
relazione è molto lunga o complessa è consigliato porre conclusioni parziali
alla fine di ogni sezione.
La maggior parte delle relazioni richiede che
lo scrivente raggiunga delle conclusioni circa una situazione esistente e
raccomandi un’opportuna serie di azioni future. Perciò nella relazione deve
apparire una chiara indicazione di tutte le conclusioni raggiunte tramite
l'analisi delle prove da parte dell'autore, inclusa ogni possibile soluzione. Le conclusioni dovrebbero essere
messe in relazione con i punti di partenza e dovrebbero venire segnalate tutte
le limitazioni, estensioni od esclusioni.
Tutte
le conclusioni devono essere dimostrate e se necessario corrette ma, a questo
punto, nessun nuovo elemento andrà inserito. Se
il lavoro è stato fatto appropriatamente l'autore non dovrebbe aver paura di
compromettersi. Spesso
vale la pena di citare qui ogni precedente esperienza nel campo o se si siano
verificate in precedenza situazioni simili. Se qualcuna delle conclusioni
potesse variare nel tempo per una qualsiasi causa, questo dovrebbe venir
menzionato. Alcuni organismi possono
richiedere che le conclusioni vengano poste all'inizio della relazione per
mettere il lettore in grado di avere una visione d'insieme del materiale che
segue.
Le raccomandazioni
di una relazione sono quanto necessario (a detta del Geologo) per risolvere il
problema e soddisfare lo scopo della relazione stessa. Esse devono essere scritte in maniera
chiara e semplice per evitare ogni possibilità di incomprensione.
Lo standard
accettato nella letteratura geologica per citare i riferimenti è il sistema Harvard.
Questo richiama nel testo solo nome e data (eventualmente il numero della
pagina) con l'intera citazione riportata in una bibliografia alla fine della relazione. Dove possibile, vanno
incluse cartografie e fonti di informazione sulle prove geognostiche.
Un'eventuale appendice adempie due funzioni principali. In primo luogo essa contiene dati supplementari che forniscono
un utile supporto agli argomenti ma che potrebbero interrompere la
continuità della relazione o confondere il lettore. Tuttavia, essa non dovrebbe
contenere nessuna informazione necessaria perché la relazione raggiunga il suo
obiettivo. In secondo luogo essa è un modo di aggiornare una relazione quando
si abbiano a disposizione ulteriori informazioni evitando cosi di doverla
riscrivere. Le appendici possono anche contenere un glossario dei termini
tecnici usati (se la relazione non è rivolta a specialisti) e, se richiesto, un
elenco di abbreviazioni in ordine alfabetico (in ogni caso tutte le abbreviazioni dovrebbero essere espresse per
intero la prima volta che appaiono nel testo).
La scrittura
Se l'indagine è stata organizzata ed eseguita
bene, la stesura della relazione geologica dovrebbe risultare semplice. Si deve
porre attenzione sia al linguaggio che all'esposizione. Le migliori relazioni
sono di facile lettura e prontamente comprensibili. Perciò sia le parole che le frasi usate
dovrebbero essere quanto più semplici possibile evitando i vocaboli non
necessari Ogni punto dovrebbe essere identificato da un paragrafo separato e,
per assicurare la continuità, dovrebbero essere usate frasi appropriate piuttosto
che titoli. Le frasi
dovrebbero differire in lunghezza per dare varietà. Mentre si scrive, si
devono continuamente tenere a mente le conoscenze e la cultura del lettore. La
punteggiatura e la costruzione grammaticale devono aiutare la comprensione, non
ostacolarla. Dovrebbero essere evitati clichés,
frasi fatte, linguaggio emotivo e tenuti separati i gruppi di termini tecnici.
Il tempo "passivo" dovrebbe essere evitato, quando possibile, ed i soggetti mantenuti vicino ai
verbi e non eccessivamente qualificati da preposizioni subordinate.
Una buona impaginazione agevola la relazione nel
comunicare ed aiuta il lettore nell'identificare le varie sezioni della
relazione. Se la relazione è mal presentata il lettore è portato a ritenere
che anche il contenuto tecnico sia scadente. Ci sono molti esempi di buona
esposizione e la maggior parte degli autori ha una propria procedura abituale
ognuna delle quali però deve aver in comune con le altre lo stesso principio di
abbondante spaziatura e
paragrafatura. La gran parte del controllo dell'esposizione è nelle mani
dell’autore che dovrebbe essere appropriatamente consapevole di come una
relazione ordinata e ben spaziata sia più semplice da leggere. I sottotitoli
per argomenti separati sono degli efficaci indicatori per muoversi entro una relazione;
questi, non dovrebbero essere in un numero eccessivo e devono essere attinenti ai
contenuti della sezione che segue. Le sottosezioni dovrebbero essere
convenientemente numerate in maniera consecutiva.
II materiale
illustrativo come carte, diagrammi, grafici e tabelle dovrebbe essere usato
ogni qualvolta possa chiarificare un punto nel testo. Esso dovrebbe essere posto nelle vicinanze del testo
relativo, avere una didascalia ed un riferimento al testo non appena sia
utile. Non è necessario
ripetere l'informazione che è più facilmente compresa in forma di tavola o di
diagramma. Nel preparare le illustrazioni, è bene tenere sempre presente
quella che sarà la loro dimensione finale piuttosto che tentare di accumulare
in esse quante più informazioni possibili - un
errore comune è quello di ridurre le dimensioni di un diagramma e la scala ad
esso associata senza modificare il fattore di scala. Tutti i nomi di località
menzionati nel testo devono essere illustrati su qualche carta.
La revisione
Spesso l'autore, al termine della stesura di
una relazione, è colto da una sensazione di euforia ed è tentato di presentarla
immediatamente. Questo, di solito, è un errore ed andrebbe evitato quanto più
possibile. Il manoscritto
deve ovviamente essere controllato, preferibilmente da un'altra persona,
per correggere errori di ortografia, di grammatica, di incompatibilità ed
altri. Non aver eliminato questi errori creerebbe un'impressione generale di
inefficienza e porterebbe la relazione in discredito.
II vantaggio principale dello stadio di
revisione deriva dal fatto di rivedere la relazione nel suo insieme a
posteriori: durante la stesura, l'autore può essere cosi coinvolto nei dettagli
che la relazione che ne esce non è chiara, concisa, completa e corretta. Un intervallo di sole 24 ore tra
la scrittura e la revisione è spesso un tempo sufficiente.
Il rapporto dovrebbe essere letto,
immedesimandosi con il lettore, fino in fondo senza interruzioni eccetto che
per sottolineare alcuni
passaggi che necessitano di attenzione. Queste parti devono venir corrette subito prima di
ritornare indietro per iniziare una coscienziosa revisione finale.
Spesso è utile leggere il rapporto ad alta voce; meglio ancora l'autore
potrebbe chiedere ad un Collega, o anche a qualcun altro che conosca la materia
poco o niente, di leggere e di discutere la relazione assieme.
È importante, a questo punto, essere molto
critici e controllare i seguenti punti:
- La
lunghezza della relazione è proporzionale all'importanza dell'argomento?
- La
parte principale della relazione è compatibile con gli obiettivi?
- Le
conclusioni ed i suggerimenti sono concordi con i punti di partenza?
- Il
discorso è logico e chiaro?
- Ci
sono sufficienti titoli (paragrafi) per aiutare il lettore?
- Sono
corretti dovunque punteggiatura e linguaggio?
- Il
rapporto è facilmente leggibile e scorrevole?
- Il
tono utilizzato è corretto?
- Contiene
preconcetti o è imparziale?
CONCLUSIONI
Per scrivere una relazione con successo è
necessario un approccio sistematico. Questa capacità può venire appresa con la
pratica. Con l'esperienza migliorerà la qualità dei rapporti ed il lavoro
apparirà più semplice. Se verranno seguiti i principi e le tecniche discusse in
questa guida, l'autore sarà in grado di redigere una relazione geologica efficace,
sicuro di averla scritto bene ed al meglio delle proprie possibilità.
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